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Music theory book

Ancora sugli intervalli

9.1 La classificazione degli intervalli

a) Un intervallo si dice:

  • armonico quando i suoni che lo compongono sono emessi simultaneamente;
  • melodico quando si susseguono nel tempo.

b) Gli intervalli si dicono:

  • semplici se sono compresi nell'ambito di un'ottava:
  • composti se superano l'intervallo di un'ottava.

Gli intervalli composti possono essere ricondotti ad intervalli semplici e ricevere la stessa classificazione.
Come esempio consideriamo l'intervallo composto di decima do-mi che, essendo riconducibile ad un intervallo semplice di terza di tipo maggiore, è maggiore:

decima maggiore terza maggiore

decima e terza maggiore
Esempio Braille

c) Nella tradizione musicale classica si usa classificare gli intervalli in:
Consonanti:

  • terze maggiori e minori,
  • quarte giuste,
  • quinte giuste,
  • seste maggiori e minori,
  • ottave giuste;

Dissonanti

  • seconde,
  • settime,
  • tutti gli intervalli eccedenti e diminuiti.

d) L'intervallo può essere:
Diatonico: quando entrambi i suoni degli intervalli appartengono alla stessa tonalità,
Cromatico: quando uno dei due suoni è alterato rispetto alla tonalità di riferimento.

Esempio nella tonalità di re maggiore:

intervallo diatonico interv. cromatico interv. cromatico interv. diatonico

ese 2
Esempio Braille



9.2 I rivolti

Un intervallo si dice rivoltato quando la nota grave viene portata all'acuto.
Per esempio il rivolto dell'intervallo di terza maggiore do mi è l'intervallo di sesta minore mi-do:

terza maggiore sesta minore terza maggiore sesta minore

ese 3
Esempio Braille

La somma di un intervallo (do-mi = terza maggiore) e il suo rivolto (mi-do= sesta minore) è sempre uguale al numero 9 (terza + sesta) e, come si può dedurre dall'esempio, gli aggettivi degli intervalli rivoltati si invertono a loro volta:

  • l'intervallo maggiore rivoltato diventa minore e viceversa;
  • l'intervallo diminuito rivoltato diventa eccedente e viceversa: l'intervallo più che eccedente rivoltato diventa più che diminuito e viceversa;
  • l'intervallo giusto rivoltato rimane giusto.


9.3 Come riconoscere un intervallo.

Per facilitare la classificazione del tipo d'intervallo, é utile fare riferimento alle tonalità.
Si consideri il suono grave dell'intervallo come la tonica di una scala maggiore e si facciano le seguenti osservazioni:

a) se il suono acuto fa parte della scala maggiore stessa sarà:

  • maggiore se l'intervallo è di seconda, terza, sesta e settima
  • giusto se è di quarta quinta e ottava

b) se il suono acuto è crescente di un semitono rispetto alla scala stessa, l'intervallo sarà:

  • sempre eccedente
  • più che eccedente se è crescente di due semitoni sarà

c) se il suono acuto è calante di un semitono, rispetto alla scala stessa sarà:

  • minore se l'intervallo è di seconda, nona, sesta e settima
  • diminuito se é di quarta, quinta e ottava

d) se il suono acuto è calante di due semitoni rispetto alla scala stessa, l'intervallo sarà:

  • diminuito se è di seconda, terza, sesta e settima
  • più che diminuito se é di quarta, quinta e ottava.

Da quanto detto si può riassumere che:
Un intervallo maggiore:

  • allargato di un semitono diventa eccedente,
  • allargato di due semitoni diventa più che eccedente,
  • diminuito di un semitono diventa minore.
  • diminuito di due semitoni diventa diminuito
  • diminuito di tre semitoni diventa più che diminuito

Un intervallo giusto:

  • allargato di un semitono divente eccedente;
  • allargato di due semitoni diventa più che eccedente;
  • diminuito di un semitono diventa diminuito;
  • diminuito di due semitoni diventa più che diminuito;

L'intervallo dell'esempio sotto riportato

  • do-do è detto unisono,
  • do-do diesis è detto di prima eccedente
  • do-do bemolle è detto di prima diminuita.

intervallo di unisono intervallo di 1° eccedente intervallo di 1° diminuita

ese 4
Esempio Braille

Come abbiamo già accennato è utile ricordare che alcuni trattati utilizzano la dicitura aumentato al posto di eccedente e, successivamente, eccedente al posto di più che eccedente.
Di fatto la classificazione degli intervalli deriva dalla loro appartenenza ai due modi rispetto alla nuova tonica.
Nel modo minore abbiamo intervalli minori tra:
la tonica e il terzo, sesto e settimo grado con l'eccezione dell'intervallo di seconda che invece è maggiore.
Gli intervalli di primo,quarto,quinto e ottavo si dicono giusti o perfetti, perché, rispetto alla tonalità fondata sulla nota più grave, appartengono ad entrambe le tonalità: maggiore e minore. Inoltre, gli intervalli giusti rimediano al problema di asimmetria della scala. Infatti, se l'intervallo di quarta giusta do-fa formato da tre toni e da un semitono e l'intervallo di quinta giusta do-sol formato da quattro toni e da un semitono si chiamassero maggiori, parallelamente i loro rivolti fa-do formato da quattro toni e da un semitono e sol-do formato da tre toni e da un semitono dovrebbero chiamarsi rispettivamente quinta e quarta minori. Da quanto detto, si può notare che esiste un difetto molto evidente, in quantö si dovrebbero chiamare con nomi differenti intervalli formati dallo stesso numero di toni e semitoni.

A conclusione, indichiamo una serie di esempi di intervalli e una breve guida di aiuto.

a) do-mi bemolle = intervallo di terza.
Se l'intervallo fosse do-mi naturale, essendo il mi naturale nota della tonalità di do maggiore, l'intervallo sarebbe maggiore.
Quando un intervallo maggiore viene abbassato di un semitono diventa minore, per cui do-mi bemolle è in intervallo di terza minore.

b) si-sol bemolle è un intervallo di sesta.
Il sol bemolle non é un grado della tonalità di si maggiore, ma è due semitoni più in basso rispetto al sol diesis che appartiene alla scala di si maggiore, per cui si-sol bemolle è un intervallo di sesta diminuita.

c) sol diesis-re bemolle è un intervallo di quinta.
La tonalità di sol diesis non viene utilizzata, per cui riduciamo momentaneamente l'intervallo a sol-re bemolle. Il re bemolle è un semitono sotto il re naturale, grado che fa parte della scala di sol maggiore, per cui sol-re bemolle è un intervallo di quinta diminuita. Il sol diesis riduce ulteriormente l'intervallo, per cui la quinta diminuita diventa più che diminuita

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