8.1 La costruzione delle scale
Il termine scala indica una serie di suoni ordinati in senso ascendente o discendente, con inizio da una nota qualsiasi fino a raggiungere la relativa ottava.
Per spiegare questo concetto dobbiamo chiarire ii significato più ampio del termine scala: essa, infatti, va intesa come una serie di gradini e per questo dobbiamo immaginare la tastiera del pianoforte come una serie di ripiani equidistanti. La differenza tra un ripiano e l'altro si chiama semitono.
Vi sono diversi modi di "salire" o "scendere" una scala. Possiamo farlo toccando tutti i gradini e, in questo caso, otterremo una scala cromatica (scala composta da intervalli di semitono). Potremo salire i gradini a due a due e avremo una scala esatonale (scala composta da intervalli di tono), oppure potremo salire in modo "misto"; fare cioè due scalini (un tono), poi uno scalino, di nuovo due ecc. Le scale maggiormente utilizzate sono quelle diatoniche, formate, cioè, da sette suoni che suddividono l'ottava in cinque toni e due semitoni disposti in vario modo, evitando di porre consecutivamente i due semitoni.
8.2 I modi
A seconda dell'ordine con il quale "saliamo" le scale diatoniche, si determina il modo.
Nel nostro sistema i modi sono due: maggiore e minore.
Possiamo dire, quindi, che lo scalino dal quale inizia la scala determina il nome della stessa (do, re, fa diesis, si ecc..): l'ordine con cui si sale determina il modo (maggiore o minore).
La prima nota della scala viene chiamata primo grado. la seconda secondo grado, la terza terzo grado, ecc.
Sul sesto grado di ogni scala maggiore si può ripartire per costruire una scala minore (detta relativa minore naturale) che utilizza gli stessi suoni.
Indichiamo l'ordine degli intervalli che compongono i due modi delle scale:
Modo maggiore:
Modo minore:
Ascolta una scala maggiore
Ascolta una scala minore
Osservando le scale sopra indicate, possiamo notare che nella scala maggiore i semitoni sono tra il III e il IV grado e tra il VII e VIII, mentre nella scala minore naturale gli intervalli di semitono si trovano tra il II e il III grado e tra il V e il VIgrado.
8.3 I gradi della scala
Ad ogni nota, secondo il grado della scala, viene attribuito un nome in relazione alla funzione che essa ha all'interno della stessa.
I grado | tonica |
II grado | sopratonica |
III grado | modale o caratteristica o mediante |
IV grado | sottodominante |
V grado | dominante |
VI grado | sopradominante |
VII grado | sensibile |
Il I, IV e V grado sono definiti gradi fondamentali (o principali) perché hanno una funzione essenziale nel sistema tonale.
Il III grado è detto modale o caratteristico perché definisce il tipo di scala (maggiore o minore). Infatti, se dista dalla tonica di due toni, indica una scala maggiore. se invece dista dalla tonica di un tono e mezzo, indica una scala minore.
Il VII grado della scala maggiore, sensibile, ha una naturale tendenza a risolvere in modo ascendente sulla tonica della scala maggiore, essendo l'intervallo tra i due gradi di semitono. Il nome sensibile deriva da questa sua peculiarità di 'tendere" e quindi di essere "sensibile" alla nota più vicina (tonica).
8.4 Le scale
Su ogni grado della scala cromatica può essere costruita una scala sia maggiore che minore.
Osserviamo tutti i tipi di scale (maggiori e relative minori naturali), partendo da quella di do maggiore, che non ha suoni alterati, per poi passare a quelle che hanno una alterazione, poi due, poi tre e via di seguito fino a sette, sia con i diesis e sia con i bemolli. Tali alterazioni si indicano subito dopo la chiave e restano costanti per le note dello stesso nome che si incontrano nel brano.
Si potrà notare che le scale sono ordinate per intervalli di quinta giusta, sia ascendendo (per le scale con i diesis) che discendendo (per quelle con i bemolli).
L'ordine delle scale maggiori con i diesis è il seguente:
do, sol, re, la, mi, si, fa diesis, do diesis.
e con i bemolli:
fa, si bemolle, mi bemolle, la bemolle, re bemolle, sol bemolle, do bemolle.
La stessa cosa vale per le alterazioni che di volta in volta si aggiungono; anch'esse, infatti, sono ordinate per intervalli di quinta giusta.
Per i diesis:
FA | DO | SOL | RE | LA | MI | SI |
Esempio Braille
Per i bemolli:
SI | MI | LA | RE | SOL | DO | FA |
Esempio Braille
Elenchiamo di seguito tutte le scale maggiori e relative minori:
Scala di do maggiore e di la minore Esempio braille
Scala di sol maggiore e di mi minore, con un'alterazione (fa diesis). Esempio braille
Scala di re maggiore e di si minore, con due diesis (fa, do) Esempio braille
Scala di la maggiore e di fa diesis minore, con tre diesis (fa, do, sol) Esempio braille
Scala di mi maggiore e di do diesis minore, con quattro diesis (fa, do, sol, re) Esempio braille
Scala di si maggiore e di sol diesis minore, con cinque diesis (fa, do, sol, re, la) Esempio braille
Scala di fa diesis maggiore e di re diesis minore, con sei diesis (fa, do, sol re, la, mi) Esempio braille
Scala di do diesis maggiore e di la diesis minore, con tutti i gradi alterati con il diesis (fa, do, sol, re, la, mi, si) Esempio braille
Scala di fa maggiore e di re minore, con un bemolle (si bemolle) Esempio braille
Scala di si bemolle maggiore e di sol minore, con due bemolli (si, mi) Esempio braille
Scala di mi bemolle maggiore e di do minore, con tre bemolli (si, mi, la) Esempio braille
Scala di la bemolle maggiore e di fa minore, con quattro bemolli (si, mi, la, re) Esempio braille
Scala di re bemolle maggiore e di si bemolle minore, con cinque bemolli (si, mi, la, re, sol) Esempio braille
Scala di sol bemolle maggiore e di mi bemolle minore, con sei bemolli (si, mi, la, re, sol, do) Esempio braille
Scala di do bemolle maggiore e di la bemolle minore, con tutti i gradi alterati con i bemolli (si, mi, la, re, sol, do, fa) Esempio braille
8.5 Le scale omologhe
Come riportato dagli esempi sopra visti, esistono tre scale maggiori e tre minori che utilizzano gli stessi suoni, ma con nomi diversi. Tali scale si chiamano omologhe (oppure omofone o enarmoniche) e sono:
si maggiore | omologa di | do bemolle maggiore |
sol diesis minore | omologa di | la bemolle minore |
fa diesis minore | omologa di | sol bemolle maggiore |
re diesis minore | omologa di | mi bemolle minore |
do diesis minore | omologa di | re bemolle maggiore |
la diesis minore | omologa di | si bemolle minore |
8.6 Come riconoscere la tonalità
Per riconoscere facilmente la tonalità maggiore (e di conseguenza anche la relativa minore che, come già detto si costruisce sul sesto grado di ogni scala maggiore), osservando le alterazioni poste dopo la chiave (armatura della chiave) si procede come segue:
- Per le tonalità che utilizzano i diesis, si può notare che l'ultimo diesis segnato in chiave è la sensibile della tonalità. La tonica ovviamente è individuata un semitono diatonico in senso ascendente.
- Per le tonalità che utilizzano i bemolli, la tonica é data dal penultimo bemolle segnato in chiave.
8.7 Scale con doppie alterazioni
Oltre alle tonaIiti sopra esposte esistono altri tipi di scale che nella pratica non vengono mai adoperate: sono quelle che utilizzano i doppi diesis e i doppi bemolli. Come esempio citiamo la tonalità di sol diesis maggiore (omologa di la bemolle maggiore) che è composta da sei diesis ed dal fa doppio diesis, e quella di re diesis maggiore composta da cinque diesis e da due doppi diesis ( il fa ed il do doppio diesis).
8.8 Le scale di modo minore
A questo punto le scale minori meritano un discorso a parte, perche secondo semitono, durante l'esecuzione, é soggetto a degli spostamenti.
Osservando l'ordine degli intervalli della scala minore, si può notare che, tra il settimo grado e la tonica, vi è un intervallo di tono.
Tale intervallo fa si che il settimo grado non assuma il carattere di sensibile, perché non esiste nessun tipo di tendenza risolutiva sulla tonica.
Infatti, come abbiamo già accennato, il settimo grado, per essere sensibile, deve distare dalla tonica un semitono e per questo motivo il settimo grado vicino alterato di un semitono in senso ascendente.
Si ottiene cosi la scala chiamata minore armonica.
Ecco un esempio della scala di in minore armonica:
Esempio braille
In questa scala (che rimane invariata sia in senso ascendente che discendente) compare un nuovo intervallo (FA - SOL diesis) di un tono e mezzo (seconda eccedente), il quale rende la scala, proprio per un continuo variare degli intervalli, difficile all'intonazione vocale. Per ovviare a tale problema si è alterato in senso ascendente di un semitono anche il sesto grado, creando cosi la scala minore melodica. Tale scala, nel discendere, utilizza gli stessi gradi della scala naturale in quanto la sensibile (che prende ii nome di settimo grado discendente) non ha più ragione di restare alterata e di conseguenza anche il sesto grado.
Ecco un esempio della scala di la minore melodica:
Esempio braille
8.9 Scale di uso meno frequente
Esistono altre scale di uso meno frequente. Esse sono:
La scala minore mista:
Esempio braille
La scala minore usata da J. S. Bach:
Esempio braille
La scala minore napoletana:
Esempio braille
La scala maggiore armonica (o semimaggiore):
Esempio braille
La scala enigmatica di G. Verdi:
Esempio braille
La scala esatonale o di Debussy, formata da sei toni:
Esempio braille
8.10 La scala cromatica
La scala cromatica, ascendendo, utilizza come alterazioni i diesis:
Mentre, discendendo, utilizza i bemolli:
Esempio braille
La quantità delle scale esistenti è molto più vasta. A titolo di curiosità citiamo Busoni che riuscì a 'formularne" ben 103 scale.