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Lezioni di Pianoforte

I principi della diteggiatura

Nel decidere la diteggiatura per un passaggio musicale ci sarà una scelta, ma questa non sarà senza vantaggi o svantaggi. Nella scelta è necessario arrivare al miglior compromesso tra ciò che è più semplice per il cervello e ciò che risulta più facile per le dita.

Alle dita piace:

  1. suonare in ordine numerico;
  2. suonare le stesse dita in ciascuna mano;
  3. ridurre al minimo i cambiamenti di posizione della mano;
  4. evitare i tasti neri al pollice e al mignolo, ma solo se è possibile farlo;
  5. usare le dita più forti sulle note accentate;
  6. raggruppare la diteggiatura per abbinare modelli simili.

Il cervello preferisce:

  1. Schemi di diteggiautra il più semplici possibili (es ordine numerico);
  2. Ripetere modelli musicali.

Due miti sulla diteggiatura che devono essere dissipati

Mito 1: il pollice non deve suonare sui tasti neri
Il pollice è il dito più corto ed è, quindi, non il più adatto per suonare sui tasti neri, ma ci sono molte situazioni nel repertorio di tutti i periodi in cui il pollice è il dito più funzionale per una particolare combiazione sui tasti neri

Mito 2: si dovrebbe cambiare il dito per ribattere una stessa nota.
Questo è vero solo quando la ripetizione è molto veloce per un singolo dito per essere realizzata. Il mito sorse quando le meccaniche dei primi pianoforti erano più fragili, spesso si inceppavano o non funzionavano correttamente sui tasti ribattuti. L'idea di cambiare il dito nasceva dal fatto che il suonatore poteva sicuro di aver rilasciato completamente il tasto prima di schiaccarlo di nuovo. Questo significava che le note avevano meno possibilità di impastarsi o di non suonare. Le meccaniche dei pianoforti moderni hanno eliminato completamente questo genere di problemi.



[1] Il primo esempio mostra cosa significa suonare usando le dita in ordine numerico

Esempio 1a
Esempio 1a
Esempio in Braille

L'esempio 1b mostra come lo stesso modello di diteggiatura si adatterebbe ad una linea melodica leggermente diversa. In pratica questo passaggio prevede le stesse dita come l'esempio precedente, tranne per il pollice che è posizionato sotto la mano.
Esempio 1b
Esempio in Braille

L' Es. 1c mostra come Chopin sfrutti questo principio per semplificare un passaggio nello studio "Revolutionary". Nella sua diteggiatura ciascuno dei passaggi discendenti di 4 note vengono numerati 1,2,3,4 indipendentemente dalla disposizione delle note sui tasti bianchi o neri.
Esempio 1c
Esempio in Braille

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[2] Suonare le stesse dita in ciascuna mano

L'es. 2a mostra una scala di Do maggiore a moto contrario. Questo è spesso la prima scala per due mani insegnata ai principianti e c'è una buona ragione per questo. Le mani trovano facile suonare le stesse dita contemporaneamente. Naturalmente, ciò sta a significare che la mente trova facile controllare le mani quando ci si aspetta che entrambe facciano la stessa cosa nello stesso momento.
Esempio 2a
Esempio in Braille

L'Es. 2b mostra la scala di do maggiore per movimento parallelo. In questa scala le mani raramente suonano le stesse dita nello stesso tempo e ci vuole più tempo per i principianti per apprendere rispetto alla scala per moto contrario.
Esempio 2b
Esempio in Braille

L'es. 2c mostra come questo principio può essere utilizzato per aiutare a coordinare le mani anche quando, come avviene di solito, le stesse dita non possono suonare contemporaneamente. Nell'Es. 2c le mani sono in grado di suonare le stesse dita sulle note che cadono sugli accenti forti e questi momenti aiutano a coordinare le mani che tuttavia sono indipendenti l'una dall'altra
Esempio 2c
Esempio in Braille

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[3] Minimizzare i cambiamenti di posizione della mano

Ci sono 88 tasti in un pianoforte e abbiamo solo 10 dita. Questo vuol dire che dobbiamo muovere le nostre mani lungo la tastiera nel corso dell'esecuzione. Come i movimenti delle dita all'interno di una posizione devono essere esercitati, così anche le variazioni di posizione della mano vanno esercitate. Se ciò non viene praticato possono sorgere i seguenti problemi:

  • tensione nella braccia, polso e dita;
  • contatto imprecisa con i tasti nella nuova posizione della mano.

Tutti questi aspetti, movimento delle dita e movimento delle mani sono fondamentali per sviluppare prestazioni affidabili.

L'es. 3a mostra un passaggio per la mano destra tratto da Arabesque di Debussy. La diteggiatura indicata non è consigliata! Essa mostra cosa può accadere quando la diteggiatura non è pianificata in anticipo. L'esecutore in questo esempio è costretto ad usare solo due dita per farsi strada lungo la tastiera.
Esempio 3a
Esempio in Braille

L'es. 3b mostra un approccio molto diverso dello stesso passaggio. Invece delle 7 posizioni utilizzate dalla mano nell'Es. 3a questo approccio utilizza solo tre posizione. Questo si ottiene utilizzando tutte le dita della mano. Ad esempio, le prime 7 note del passaggio sono tutte eseguite entro un'unica posizione della mano utilizzando tutte 5 le dita della mano destra.
Una volta che è stata decisa una tale diteggiatura può essere molto efficace esercitarsi considerando ogni posizione della mano come un accordo e quindi saltando da un accordo all'altro. Una volta che i movimenti tra le posizioni è sicura e fluente le dita all'interno di ogni posizione hanno molte più possibilità di suonare senza intoppi.
Esempio 3b
Esempio in Braille

L'es. 3c mostra un passaggio tratto dalle invenzioni a due voci di Bach, suddiviso in due blocchi di posizioni. Ciascun blocco di base è definito dalla posizione del pollice ed entro ciascun blocco della mano deve cambiare leggermente posizione per ospitare tutte le note. Nel primo blocco il 5° non avrebbe potuto raggiungere il la naturale, se il 3 ° e 4 ° dito non fossero state sopra il re e il mi bemolle. Dopo che queste note sono state suonate la mano si allarga leggermente per raggiungere il la naturale.
Allo stesso modo nel secondo blocco, la mano deve contrarsi un po' per poter suonare il fa-sol-la-sol-fa prima di espandersi ancora una volta a suonare le ultime sei note del blocco.
Esempio 3c
Esempio in Braille

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[4] Le dita corte devo evitare i tasti neri neri ma solo se è possibile.

Il pollice e il 5° dito sono decisamente più corti rispetto alle altre dita, e ciò significa che, se si vuole raggiungere le note nere tutta la mano deve entrare nella tastiera. Ci sono momenti in cui questa è la cosa migliore da fare, ma nella maggior parte dei casi le dita più lunghe sono più utilizzate per i tasti neri.

L'es. 4a mostra le scale di mi maggiore e fa maggiore con le loro diteggiature convenzionali. I quattro tasti neri di mi maggiore sono gestiti dal 2 °, 3 ° e 4° dito. Nella scala maggiore di fa il passaggio del pollice è ritardata fino a dopo il si bemolle, che si suona con il 4° dito. Proviamo a mettere il pollice sotto dopo il tre e suonare il si bemolle con il pollice e vedrete come questo è difficile.
Esempio 4a
Esempio in Braille

L'Es. 4b è un estratto da "Minute" di Chopin Valzer, Op. 64, no. 1. Anche in questo caso, usando le dita lunghe sui tasti neri e disponendo il pollice e 5° dito sui tasti bianchi il passaggio risulta più fluido.
Esempio 4b
Esempio in Braille

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[5] Posizionamento delle dita forti sulle note accentate

Anche se passiamo molte ore di pratica per aumentare la forza e l'agilità delle dita alcune rimarranno sempre più forti di altre. Il pollice, il 2 ° e 3 ° , ma in particolare il pollice e 3 ° - sono fisiologicamente dita forti e la loro forza può essere sfruttata utilizzandole sulle note che richiedono più forza.

Nell'es. 5a la nota si deve essere eseguita come un pedale sincopato, prima al basso e poi negli acuti. Ciò può essere ottenuto utilizzando il terzo dito nella mano sinistra e poi la mano destra.
Esempio 5a
Esempio in Braille

Nell'es. 5b tutte le note in battere sono suonate sia con i pollici che con il terzo dito o, nel caso delle triadi, con l'1, 3 e 5.
Esempio 5b
Esempio in Braille

Bell'Es. 5c Schumann vuole le note della mano sinistra suonate sopra la mano destra che esegue una tessitura di semicrome. Le note accentate sono meglio ottenute con la mano sinistra usando il 3° dito.
Esempio 5c
Esempio in Braille

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[6] Raggruppare la diteggiatura per ottenere modelli

Anche se passiamo ore di pratica per rendere il passaggio del pollice impercettibile possiamo accettare che a volte sia percepibile.

Nell'ex. 6a il passaggio del pollice avviene sui tempi forti e possiamo permettere che ciò avvenga per dare una leggera enfasi al movimento.
Esempio 6a
Esempio in Braille

Nell'Es. 6b la melodia si muove verso il basso in gruppi di 4 note. La diteggiatura indicata prevede un cambiamento di posizione della mano per ogni gruppo di 4 note per permette una leggera enfasi naturale del movimento in battere.
Esempio 6b
Esempio in Braille

Nell'es. 6c la diteggiatura indicata consente alla mano di scorrere agevolmente lungo la tastiera per raggiungeere il culmine garantendo che le dita siano poste sui movimenti forti.
Esempio 6c
Esempio in Braille

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[7]Le più semplici combinazioni di diteggiatura

Suonare il pianoforte è difficile. Ci sono molte cose a cui pensare: note, diteggiatura, fraseggio, articolazione, interpretazione, ecc - e modelli di diteggiatura complicate potrebbero rendere l'esecuzione più difficile di quanto sia.

Nell'es. 7a la diteggiatura alternata è più facile da imparare e da coordinare con la mano destra. Probabilmente è proprio la diteggiatura originale di Burgmüller.
Esempio 7a
Esempio in Braille

L'es. 7b mostra tre posizioni alternative di un passaggio tratto dal secondo concerto per pianoforte di Beethoven. La ripetizione sequenziale di un piccolo motivo di 4 note è utilizzato per trasportare la melodia lungo la tastiera per diverse ottave. La prima diteggiatura, dall'edizione Augener, non cerca di rispecchiare i modelli nella musica e, sebbene praticabile, sembra inutilmente complicata.
La seconda diteggiatura rispecchia la struttura della melodia con precisione e utilizza la stessa diteggiatura per ogni iterazione del motivo. Ciò significa che lo stesso schema (dita 5,3,2,1) viene riprodotto 11 volte. Tutto ciò è molto più semplice da imparare.
La terza diteggiatura affronta il piccolo inconveniente della seconda, il fatto cioè che quando il motivo termina su un piano e questo è suonato con il pollice. È perfettamente possibile fare questo, ma per coloro che trovano più comodo il 2° dito il pollice può essere scambiato intorno a questo punto. Questo avverrà per tre volte nel corso di questo passaggio.
Raramente vi è una diteggiatura definitiva nella musica per pianoforte. Le tre diteggiature mostrate qui illustrano questo aspetto molto bene. Tutte le soluzioni funzionano e i pianisti attenti potranno provare tutte e tre e forse alcune altre combinazioni nella ricerca della diteggiatura che più si adatta alle loro esigenze, sia mentalmente che fisicamente.
Esempio 7b
Esempio in Braille

L'Es. 7c mostra due posizioni alternative tratto da un passaggio del 5° concerto per pianoforte di Beethoven. La prima diteggiatura, anch'essa tratta l'edizione Augener, tenta di organizzare la diteggiatura per facilitare i salti che avvengono su ciascun movimento. Questo diteggiatura è praticabile, ma è più complicata rispetto alla seconda diteggiatura indicata.
Nella secondo diteggiatura non vi è alcun tentativo di raggiungere i tasti con il movimento delle dita. Invece i salti devono avvenire grazie al movimento delle braccia che portano i pollici di entrambe le mani nelle loro nuove posizioni per ogni battito. Questo non solo è molto facile da imparare, ma si costruisce con accenti delle battute che dà a questo passo la sua intensità di guida.
Esempio 7c
Esempio in Braille

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[8] Modelli musicali ripetuti speculari a modelli di diteggiatura ripetuti

Se un passaggio musicale si ripete ci aspettiamo di suonare con la stessa diteggiatura. Se il passaggio viene ripetuto più in alto o più in basso viene definito ripetizione sequenziale. Talvolta la diteggiatura per il passaggio originale non è altrettanto efficace per la ripetizioni sequenziali, se vi è una diversa disposizione di note sui tasti bianchi o neri, ma dove si adatta ha senso utilizzare la stessa diteggiatura. Questo non solo rende la musica più facile da imparare ma rinforza fisicamente la consapevolezza del pianista delle simmetrie nella struttura musicale di un brano.

Nell'es. 8a la diteggiatura in entrambe le mani funziona molto bene per la prima battuta e la sua ripetizione sequenziale nelle battute seguenti. Anche se ci sono note nere nella seconda battuta, dove non ce n'erano nella prima, esse non coinvolgono i pollici di entrambe le mani.
Esempio 8a
Esempio in Braille

L'Es. 8b mostra un caso in cui la diteggiatura è stato elaborata lavorando a ritroso. Notando la ripetizione sequenziale in due battute l'esecutore ha optato per una diteggiatura che funzioni per entrambe le battute, anche se leggermente più comoda nella seconda. Nella prima battuta la mano sinistra ha il pollice sul mi bemolle. Ciò richiede che la mano sinistra suoni questa battuta leggermente in avanti per permettere al pollice di raggiungere i tasti neri. Questa piccolo aggiustamento è ampiamente giustificato dal fatto che ora la stessa diteggiatura funziona per entrambe le battute. Non solo questo è più facile da imparare, ma l'esecutore sperimenta un forte senso della struttura musicale che si riflettr nella diteggiatura.
Esempio 8b
Esempio in Braille

L'Es. 8c mostra due brevi estratti dal 2° Concerto per pianoforte di Rachmaninov. Le battute 91-2 sono in mi bemolle maggiore e le battute 101-2 sono una trasposizione diretta delle stesse in sol minore. La diteggiatura per le battute 91-2 funziona anche per le misure 101-2 ma nell'es.8c c'è un piccolo aggiustamento. Nella parte sinistra della battuta 102 del passaggio dal mi bemolle al re viene effettuata una scivolata del pollice rendendo più facile raggiungere il re all'ottava inferiore.
Esempio 8c
Esempio in Braille

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